Tanti girasoli...nonsoloneri!

venerdì 25 maggio 2012

Ecco qui una carrellata delle mie creazioni ispirate dai girasoli:

Questa è stata la seconda borsa realizzata da me in camera d'aria ed è dipinta, ma ho poi scoperto che non su tutte le gomme si può dipingere senza che il colore si distacchi, quindi... 


..ho trasformato la pittura in...bassorilievo?
 

  E questo sopra è il particolare di un astuccio:



 Ecco qui invece un marsupio!





 ...per completare la carrellata, una vecchia conoscenza!


Bye!

Deanna

Una borsa...fiorita!

mercoledì 23 maggio 2012

In questi giorni ho parecchie idee che mi frullano in testa ma poco tempo per realizzarle perchè, fra feste di fine anno scolastico ed impegni vari (molti dei quali piacevoli, devo ammettere), maggio è da delirio, quindi , per questo post, sono andata a frugare nell'archivio delle borse di inizio primavera, quando le camelie erano in fiore...



...Queste non sembreranno proprio camelie nè l'intenzione era quella di "copiare" , anzi, avrei voluto realizzare una giungla di fiori selvaggi...

...salvo poi fermarmi a due.
Fatti con camera d'aria di bicicletta, per la precisione.

Ciao!
Deanna

Una borsa minimale...per la pioggia!

domenica 20 maggio 2012

Questa mattina ho vagato per mercatini sotto la pioggia  che andava e veniva , più "veniva" che "andava",ma la mia sobria ed impermeabilissima borsa (di che cosa sarà fatta? Ma di camera d'aria, ovvio!!!) ha protetto bene i preziosi libri acquistati più tutti gli altri averi che nessuno metterebbe mai a mollo (portafogli, cellulare...): ve al presento!

E' realizzata ad incastro, senza cuciture (compresa la tracolla), la chiusura è un tubino di alluminio...

...e porta, ben visibili, i segni dell'uso originario:un piccolissimo buchetto sulla patta ed una vera toppa, appena nascosta:

 Una borsa piccola e compatta ma anche capiente!

Un pensiero a chi oggi è in balia degli elementi, ai mercanti di bellezza ed anche a chi vive lo spavento ed il dramma del terremoto.

A presto!

Deanna

una foresta...di tessuto

mercoledì 16 maggio 2012

Quando ho visto per la prima volta i lavori di Lorraine Roy non riuscivo a credere ai miei occhi...si tratta di veri e propri dipinti di stoffa! Davvero non avrei mai immaginato si potessero ottenere risultati tanto strabilianti e mi si è aperto un mondo di possibilità alle quali non avevo mai pensato. La tecnica di Lorraine mi intriga specialmente perchè unisce alcune delle cose che più amo (il cucito e la pittura), così...ci ho provato!
Sono partita da un dipinto preesistente trovato in rete  ed ecco il risultato della mia prova:
Qualche particolare:
Realizzare questa "foresta" è stato parecchio impegnativo, anche perchè , sulla tecnica, ho dovuto un po' improvvisare ;-)...però è stato anche molto divertente e di soddisfazione :-).

ciao ciao!

Scarpette rosse

martedì 15 maggio 2012

Alzi la mano chi non ha mai desiderato di confezionarsi un paio di scarpe!
Io, con grande delusione  mia e disperazione  di mia madre, da ragazzina ho rovinato parecchie paia di scarpe tagliuzzando, scucendo,cercando di rimodellare secondo il mio vero gusto...per poi gettare via :-(. Così ho rinunciato e per molti anni quello delle scarpe fatte a mano è rimasto un sogno nel cassetto, qualcosa che mi sembrava irraggiungibile. Finchè, paradossalmente, sono diventata scalzista (o barefooter che dir si voglia) e, le poche volte che indossavo le scarpe commerciali, mi sentivo sotto tortura. Ho capito che mi serviva qualcosa di diverso, che fosse fatto apposta per me...e che nascesse dal risveglio di creatività vissuto negli ultimi anni.
Così ho cercato in rete trovando, a dire il vero, poco poco, a parte il libro di Sharon Raymond  che presenta modelli molto semplici ma con spiegazioni dettagliate...


...così, ecco il risultato!


Non sono certo perfette...e neppure chic...


 

...ma, oltre ad essere le scarpe più comode che abbia mai indossato, sono "mie" nel senso più profondo del termine...


 
...rappresentano per me l'inizio della "vita fatta a mano".

"La bambina perde le scarpe rosse che si è fatta da sola. Era povera ma fantasiosa, stava trovando la sua strada. Le scarpe rappresentano un enorme passo verso l'integrazione della sua natura femminile. I piedi rappresentano la mobilità e la libertà. Avere scarpe per coprire i piedi significa essere fermi nelle proprie convinzioni, è avere mezzi per agire di conseguenza. Per creare occorre sacrificare la superficialità, qualche sicurezza e spesso il desiderio di piacere e far affiorare le intuizioni più intense, le visioni più grandiose."


Qui il testo della fiaba "scarpette rosse" e la sua lettura  tratta da "Donne che corrono coi lupi" di Clarissa Pinkola Estés, ve ne consiglio caldamente la lettura!

Nel frattempo, prendo in consegna il premio di incoraggiamento gentilmente conferitomi da Monica  con l'impegno di girarlo quanto prima ad altri "liebster blog" (che dite,da nuova qual sono, potrei accettare qualche suggerimento in proposito???)

Alla prossima!

Gufetti &Co.

C'era una volta una moto, tipo questa moto Guzzi  : 
...solo, era stata  realizzata con filo di alluminio e tubino di gomma da un abile artigiano ed aveva una funzione puramente decorativa. Poi, un giorno, la detta moto-di-fil-di-alluminio capitò nelle mani di qualche pargoletto di età non superiore ad anni quattro, terminando così  la sua brillante carriera di soprammobile/acchiapparagni. 
Miracolosamente, si salvarono le ruote e qualche altro pezzetto di filo e tubino che diventarono poi gli occhi del gufetto di questo marsupio di camera d'aria:

...però mi spiaceva lasciare solo il gufetto, così ecco che se ne aggiunsero altri due:
un altro marsupio...
...con gli occhi ricavati da una vecchia camicia...

...ed un astuccio decorato da una civetta un po' chioccia e un po'spiritata:


 

Sarà un po' strano, ma io amo molto sentire il canto non proriamente melodioso delle civette, specie in autunno, stando sotto alle coperte...lo trovo perfino rassicurante, familiare.
Se vi va di leggere, ecco qualche curiosità sulle civette, tratte dal sitowww.menteantica.it


"Ai nostri giorni, sebbene la conoscenza scientifica di queste "creature della notte" abbia raggiunto un altissimo livello, tuttora persistono, nella nostra cultura, immagini e superstizioni legate alle antiche credenze.
Due esempi:
1. Nei cartoni animati nel mondo del bosco, un vecchio gufo rappresenta sempre la "Saggezza"
2. A tutt'oggi, nel nostro mondo ipertecnologico, la civetta spaventa ancora con il suo verso che "sarebbe" apportatore di disgrazie.

A questo secondo esempio, possiamo provare a dare una spiegazione:
"Bisogna stare attenti dove la civetta rivolge lo sguardo quando canta la notte perché, sicuramente, in quella casa si avranno disgrazie.
In realtà, tale credenza popolare è legata alle abitudini di vita durante il Medioevo, quando le uniche sorgenti di luce notturna erano dei lumini a olio o qualche candela che restavano accesi solo quando era indispensabile; una di queste occasioni era la presenza in casa di un ammalato molto grave o moribondo, bisognoso di assistenza.

Quella debole fonte di luce che filtrava dalla finestra, attirava insetti e piccoli animali che costituivano facili prede della civetta in agguato. Spesso capitava che l'ammalato morisse e la sua morte veniva associata alla presenza della civetta il cui sguardo era rivolto verso quella casa e il cui canto, lugubre, certo non melodioso e proveniente dalle tenebre, alimentava simili superstizioni.

Oggi gli studi sugli animali ci insegnano che la presenza della civetta può essere solo benefica e poterne ascoltare il canto è un privilegio, data la sua grande utilità."

(dal libro "Territorio vivente - Ambiente, Flora e Fauna - edito dall'Amm.ne comunale di Ceccano-2002 - pagg. 25-26)"

A presto!


Tutorial:una rosa da una borsina di plastica-parte2

mercoledì 9 maggio 2012

Rieccoci qui con la rosa, ora possiamo assemblarla.
Per prima cosa, capovolgiamo il ferro da stiro (se lo stiamo usando come fonte di calore), ovviamente acceso (attenzione all'eventuale acqua che potrebbe fuoriuscire...io ho fatto un laghetto e non è il massimo quando si ha a che fare con l'elettricità :-P ) e lo ricopprendiamo la striscia lunga ed arrotondata e la arrotoliamo su se stessa per formare il centro.

Ora arriva la parte intrigante e pericolosa:facendo attenzione a non scottarsi, si avvicina il rotolino di petali alla piastra (sempre ricoperta di carta da forno, eh!) e si preme , un po' sul fondo e un po' sui lati, per far sì che il tutto venga saldato insieme.Ovviamente va lasciata libera la parte alta, il bordo dei petali:








Si prosegue così attaccando man mano gli altri petali,
uno alla volta con il calore della piastra, tutt'intorno...

Finito di attaccare  i petali...si taglia, così, specialmente se la rosa è diventata troppo "lunga", sproporzionata:
 E si ripassa sulla piastra il fondo del fiore per far aderire bene i petali uno all'altro.
Ecco l'ultimo passaggio, seppure non indispensabile:mettere un punto di cucitura con ago e filo! Nella foto iniziale avevo messo anche spillo e pinza perchè, volendo, il buco può essere fatto a caldo, scaldando prima lo spillo con fornello o accendino. Con ago e filo si possono anche unire fra di loro più fiori, a formare un bouquet.
                                                             





Con la stessa tecnica (e qualche piccola variazione)  ho realizzato i papaveri di questa borsa (purtroppo non ho il dettaglio, cercherò di rimediare :-p):

Ciao e buon lavoro!

Tutorial:una rosa da una borsina di plastica-parte1

martedì 8 maggio 2012

 Ciao a tutt*, questa mattina , in fretta e furia prima di andare a prelevare i bimbi dalla scuola, ho voluto fare un esperimento:realizzare una rosa partendo da una borsina di plastica con il metodo della fusione a caldo che non è mio (anche se lo sto imparando da autodidatta) e probabilmente non è "nuovo"...però volevo farvi partecipi di quel che ne è uscito:

Chiedo venia per le foto bruttine ma  tenevo a mostrarvi anche il processo:

Vi servono:
-carta da forno
-un paio di forbici
-un ago con filo(che si abbini alla borsina)
-una fonte di calore:io ho usato il ferro da stiro ma si può utilizzare anche una padella sul fornello, la piastra della stufa a legna...l'importante è rivestire sempre di carta da forno e FARE ATTENZIONE!
-ovviamente, una borsina di plastica. Quella che ho usato io è di plastica biodegradabile non compostabile...ogni tipo di plastica ha temperature ed effetti di fusione diversi. Bisogna sperimentare con diverse plastiche e diverse temperature fino ad ottenere gli effetti voluti.

Nella foto ho inserito anche una pinza ed uno spillo, che non sono indispensabili, poi vi spiegherò perchè.

Si comincia con lo stirare la borsina, mettendola in mezzo a due fogli di carta da forno (la mia era semplice semplice e l'ho lasciata così com'era, borsine con pieghe varie vanno tagliate e distese, in  modo che la plastica risulti in due strati in ogni punto)


L'effetto finale sarà all'incirca questo, con i due strati fusi fra loro:  


Ora si tratta di tagliare i petali:fate una striscia lunga un po' arrotondata sul lato, che servirà per il centro, e altri petali di diverse dimensioni (un consiglio:fateli più larghi dei miei, che risultano poco "avvolgenti"):
Ora tutto il materiale è pronto! Nella seconda parte vi mostrerò come unire i petali.

ciao ciao!

Maggio!

lunedì 7 maggio 2012

Pochi giorni fa era il primo maggio:giornata di festa, con previsioni meteo catastrofiche...eppure sono riuscita a passare una meravigliosa giornata con famiglia e amici, graziati dalle nuvole che non hanno "sganciato" fino alle 16.00. Il primo maggio ospita , convenzionalmente, l'antica festa celtica di Beltane, la festa dei fuochi. Primo maggio di fuoco, primo maggio rosso. Il rosso dei papaveri, del sangue, dei cambiamenti, della Vita. Primo maggio che a me ricorda con particolare urgenza la necessità di FAR PARTE della Vita, di fluire con Essa, come nel racconto di Frau Holle:io non so quale sia il "vero" significato di questa antica fiaba ma a me viene in mente, fra gli altri, "partecipare":non tirarsi indietro di fronte alle richieste del melo carico di frutti e a quelle del pane ben cotto nel forno, mettere da parte i timori circa la propria individualità per poter essere con "l'altro da sè". Partecipare  è affondare le mani nella terra, sporcandosi fino ai gomiti, per piantare semi che forse neppure germoglieranno e riconoscere di essere un semplice filo nella trama della vita, strettamente interconnessi con gli altri esseri, umani e non.
                                          http://www.fotomaniac.it/fiori-portfolio.asp


Scrive Etain Addey nel suo libro "acque profonde"  raccontando della sua scoperta dei "cicli" delle uova e delle galline: "Quindi capii perchè la capanna di Baba Yaga gira in quel modo misterioso e minaccioso, perchè non si trova mai nello stesso punto della foresta, eppure viene detto il "cuore" della foresta. Questo girare è il ciclo della vita, il ciclo cosmico, la ruota anche della fortuna, per cui a volte nascono tutti i pulcini, a volte inspiegabilmente muoiono. E, appresso a tutti i pulcini, vivono o muoiono anche i miei figli o i figli della volpe."
Quando partecipiamo ai cicli della natura -non da spettatori , ma sentendoci profondamente inseriti in essi-, impariamo a destreggiarci, diventiamo forti e saggi.
Scrive ancora Etain :"dentro la capanna di Baba Yaga avviene sempre una trasformazione, là dentro avvengono passaggi importanti della nostra maturazione ed è la nostra pratica, il nostro saper agire e saper chiedere, che è la chiave della risposta che ci darà la Dea con la testa d'Uccello, detentrice del mistero della nascita e della morte e della rigenerazione di tutta la vita del cosmo."

Vi  lascio con una canzone che negli ultimi anni abbiamo fatta nostra (con grande entusiasmo dei bimbi per certi riferimenti al bruciaculo;-) ):credo sia tratta dall'usanza, in voga fino a non troppi anni fa, di questuare le uova:quando il legame di dipendenza fra gli umani e gli animali non umani era ancora evidente (e ritorna la gallina di Baba Yaga e di Etain Addey) , avere o non avere uova o pulcini poteva segnare la differenza fra la vita (e la sua qualità) e la morte. Il primo maggio il figlio medio ha trovato un uovo sopra ad un botolone di fieno e l'ha eroicamente tenuto in mano fino a sera saltando, correndo ed arrampicandosi...senza romperlo. Bravo custode delle uova e buon maggio a tutti!

Maggio di questua
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